Arriva un altro episodio della feconda carriera degli austriaci Abigor, uno dei nomi migliori del black metal europeo. Gli Abigor hanno subito diversi cambi di formazione nel corso della loro lunga carriera, riuscendo a portare avanti un discorso stilistico molto peculiare ed originale. Quando ascolti un loro disco li si può riconoscere quasi immediatamente, Le linee di chitarra sono molto particolari, il basso in pratica non esiste poiché si amalgama perfettamente con la batteria, offrendo un tutt'uno davvero impressionante. Uno dei maggiori pregi del gruppo è quello di riuscire ad imbastire un racconto sonoro ben strutturato e disegnato fin nei minimi particolari. Il loro black metal è fatto con pochi elementi, fra i quali con una produzione molto ben congegnata, ma riesce ad impressionare fortemente l'ascoltatore, trascinandolo all'interno di un quadro demoniaco e fortemente anticristiano, come tutta la loro opera. Il suono cambia repentinamente, le correnti si intrecciamo a nasce un altro mostro urlante, mentre le chitarre fanno salire le tenebre. Poi a volte arriva un intermezzo di musica quasi classica, sembra quiete ma è invece l'introduzione ad altri abomini. Gli Abigor sono un gruppo unico, con una parabola musicale che abbraccia tutto lo spettro del black metal, dalle origini alle ondate più moderne, il tutto rielaborato con un gusto unico. Il black metal degli Abigor è totale, da un tributo inziale ad Euronymous a pezzi quasi dungeon synth, al black scandinavo o a quello più mediterraneo e sinfonico. Totschläger (A Saintslayer's Songbook) è un disco magnifico, diabolicamente bellissimo.