Disco di debutto per il power trio russo Dunwich, in uscita per la sempre ottima Caligari Records. I Dunwich sono un gruppo particolare che fa musica speciale, un gothic metal molto particolare che spazia in molti sottogeneri. Ci sono tracce con uno spiccato gusto psychobilly, o momenti che sono molto vicini all’ambient e alla psichidelia. La maggiore peculiaritià di questo gruppo è la la loro completa libertà musicale e mentale, fanno ciò che vogliono e lo fanno molto bene. Ascoltando il loro debutto la prima cosa che balza alle orecchie è la bellissima e calda voce di Margarita Dunwich, una frontman davvero potente e dalla grande presenza scenica. Il chitarrista ed organista Anton Borikov è nato in una famiglia di musicisti e si sente nelle sue scelte musicali e nella sua maniera di comporre, e il batterista Mikhail Markelov completa il gruppo con la sua batteria eclettica e molto adeguata alle atmosfere create dal gruppo. Lo spirito che aleggia per tutto il disco è quello del gotico nel senso di narrazione spirituale che va oltre le apparenze allo scopo di afferrare un senso, che in questo caso è quello della madre Russia, un organismo vivente che da migliaia di anni parla ai suoi figli con le sue foreste, con le sue grida e con i suoi silenzi. Qui dento c’è anche un grande senso dell’horror, il disco potrebbe benissimo essere una colonna sonora per un riuscito film di paura e sentimenti contundenti. In sostanza un gran bel debutto, musica originale per un gruppo affatto comune e fuori dagli schemi.
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