Universi metallici vuole essere un piccolo luogo di incontro e di scambio per chi ama i generi metallici e non solo, qui c'è quello che ci piace, anche ciò che non è prettamente meta, come questo disco dell'etichetta greca Inner Ear Records. Johnny Labelle è un musicista greco qui al suo secondo disco. dopo Cold Fruit di un anno fa. Johnny è ciò che potremmo considerare un moderno cantante nel vero senso della parola, nel senso di cantante come di colui che fa quello che vuole con la sua voce e tutto gira intorno a lui, ciò che gli americani chiamano crooner, che è un termine assai azzeccato. Ma Labelle è molto più di questo, dato che la sua voce incontra un caldissimo tappeto elettronico fatto di synth, ambient e tenebre vari. Il disco è bellissimo, il sentimento di Johhny Labelle è qualcosa di straripante, malinconia e blues cyberpunk, come un Sinatra del 2050, o del 2020 che come anno distopico sta dando il suo meglio. La poetica di XVII ci conduce a fondo nella debolezza e nella fragilità dell'essere umano, ci coccola svelandoci le peggiori verità, è un crooner sintetico in una bettola di una megalopoli nel futuro. La musica e la voce di Johnny Labelle sono al di fuori del comune, disegnano una mappa neuronale inedita e molto sensuale, esaltando quelli che sono i nostri punti deboli, che sono poi quelli che ci regalano le maggiori dosi di piacere e di bellezza. Il disco è molto caldo e terribilmente freddo al tempo stesso, è una ricerca e al contempo una sentenza, è la musica che avrebbero voluto e vorrebbero fare i Depeche Mode. Fusione di psyche, silicio, carne fluidi ed acciaio, tenerezza e nemesi. Uno dei migliori dischi degli ultimi tempi.
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