I Ruxt sono formati da musicisti di grande esperienza, fanno hard rock in maniera classica, molta sostanza e pochi fronzoli. Labyrinth Of Pain è il loro quarto disco, forse la loro opera più compiuta e potente, anche se i dischi precedenti erano già molto buoni. I Ruxt prendono le mosse, come molto gruppi nel loro ambito, dai grandi classici, come i Gotthard o i primi Whitesnake. Hard rock passionale che vive di emozioni, stati d'animo che ben conoscono gli amanti di questa musica, ed è davvero difficile spiegare cosa voglia dire. Ci sono momenti di questo disco che rimandano davvero indietro, a quei gruppi che emozionavano moltissimo, come quelli americani o inglesi negli anni ottanta e novanta. Tra l'altro sentendo i Ruxt, e questa potrebbe benissimo essere una sensazione personale assai sbagliata, si possono capire meglio certi elementi del grunge che non sono stati presi nella giusta considerazione. Qualcosa dell'incedere dei Ruxt si può ritrovare in alcune cose degli Alice In Chains, può essere un riff di chitarra, o un montare cupo che non arriva mai al culmine ma che è ben presente. Ascoltando Labyrinth Of Pain, oltre ad apprezzare una gran cura musicale, si può benissimo capire che questo non è un genere gioioso, l'hard rock è duro perché si è scontrato con la vita, o semplicemente con noi stessi, e bisogna assorbire il colpo. Questo sentire il grunge lo ha compreso molto bene e lo ha fatto suo, ascoltate One Step Behind, la la quinta traccia di questo disco per capire. Sofferenza, ma anche tanta voglia di reagire, e di calpestare l'asfalto. Il nuovo cantante è K- Cool, arrivato nei Ruxt dopo la separazione da Matt Bernardi, possiede un modo di cantare molto particolare, ruvido e molto adatto al suono dei Ruxt, un gruppo che sa cambiare atmosfera e che rende molto bene cosa hanno in testa. Melodie ruvide per un disco che colpisce al cuore e che regala molti ascolti, classe e voglia di mettersi in gioco.
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