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  • Writer's pictureMassimo Argo

Il Ruolo di " Against " ( 1998 ) nella storia dei Sepultura di Enrico Torre.

“Against” fu il primo disco dei Sepultura che acquistai in cd originale. Era l'autunno del 1998, avevo 14 anni, la scuola era un discreto inferno e le mie giornate ruotavano intorno all'ascolto di cassette registrate da mio cugino Flavio. Avevo cominciato ad ascoltare i Sepultura da un annetto e nutrivo grande curiosità verso il primo album senza Max. Sapevo che l''album d'esordio dei Soulfly era già uscito in primavera, ma non lo avevo ancora ascoltato. A dire il vero, non mi interessava molto: ero rimasto affezionato ai Sepultura, a partire dal nome. Devo dire che ai tempi “Against” mi aveva lasciato interdetto: un disco sì discreto, in termini assoluti, ma non mi sembrava proprio all'altezza di quello che mi aspettavo dai Sepultura. Ascoltai più avanti il disco dei Soulfly, che in prima battuta mi parse molto meglio: che avessero ragione i tanti che dicevano che i Sepultura, in realtà, erano solo il gruppo di Max Cavalera? Dopo qualche altro ascolto, trassi una conclusione ben più disincantata: “Soulfly” era più coinvolgente ma troppo succube di “Roots”; “Against” più coraggioso ma debole di songwriting (avevo ingurgitato abbastanza bene la terminologia che leggevo sulle riviste metal – ovviamente cartacee - dell'epoca). Insomma, un pareggio 0-0 senza grosse occasioni da rete. Di lì a poco, avrei svoltato in maniera netta verso i lidi più estremi del death metal e del crust/grind e per molto tempo avrei lasciato perdere le uscite future di entrambe le band: i Sepultura sarebbero rimasti in un angolo del mio cuore, soprattutto per album come “Beneath the Remains” ed “Arise”, ma non avevo interesse ad ascoltare i loro nuovi lavori.

Negli ultimi anni, invece, ho deciso di dare un'opportunità ai Sepultura post-Max ed ascoltare tutti i loro album. Non saprei dire perché, forse perché ad un certo punto si comincia ad invecchiare e si torna alle cose che davvero hanno lasciato un solco nel proprio cuore – e poche cose, nel mio, l'hanno lasciato più dei Sepultura. Devo dire di avere perso davvero molto, nel corso di questi anni. Sì, il periodo post-Max non è cominciato nel migliore dei modi, qualitativamente. Del resto, sarebbe stato forse troppo pretendere che non fosse così: perdere un elemento come Max Cavalera e ripartire quasi da zero non è cosa da poco. “Against”, “Nation” e “Roorback” non sono stati dischi eccellenti, ma hanno rappresentato una tappa fondamentale nella storia del gruppo. Sono dischi che hanno traghettato la band durante anni travagliati, fino all'album che vedo come il chiaro punto di inizio della risalita della band: “Dante XXI”. Secondo me, da lì, la ripresa del gruppo non si è mai fermata, fino ad arrivare a “Quadra” che, senza mezze misure, ritengo uno dei loro dischi migliori di sempre, come ho specificato nella mia recensione pubblicata su Balea Cultural. Non sarebbe però giusto, credo, definire i tre album di cui sopra come semplici dischi di transizione. Sono dischi in cui, anche in mezzo alle difficoltà, i Sepultura hanno saputo inserire brani di valore (ad es., “Boycott”, “Reza”, “Human Cause”, “Valtio”, “Come Back Alive”). Certo, tanto era già sentito e, anche dal punto di vista lirico, a volte le idee sembravano latitare un po', ma il messaggio di fondo c'era, in particolare per quanto riguarda “Against”, che oggi vedo come il disco più importante nella storia della band, anche se non uno dei migliori (tra le due nozioni c'è una differenza enorme). Ed è su “Against” che voglio spendere qualche parola in più.

Cominciamo dal titolo. Pare che abbia avuto origine in un testo di Andreas Kisser intitolato “Against the Tide”. Già, sicuramente i Sepultura in quel periodo hanno dovuto nuotare contro la corrente: sia delle difficoltà oggettive per proseguire come band, sia la miriade di voci che li davano per spacciati. Sono senz'altro dovuti andare contro tante cose e “Against” è stato il disco con cui sono usciti da una situazione di impasse sicuramente non facile da gestire. Esiste però anche la prospettiva complementare: nel concetto di “contro”, ovviamente non c'è solo il “noi andiamo contro X”. Piuttosto, credo che quella sia la reazione alle circostanze avverse: “X ci viene contro”. E' stato un momento in cui i Sepultura hanno scommesso su di se, contro le avversità. La scelta di Derrick Green come nuovo vocalist è stata indubbiamente coraggiosa: hanno sostituito Max Cavalera con uno sconosciuto, proveniente dall'hardcore e con un timbro vocale piuttosto diverso. E' stato incredibile anche lui a reggere una pressione enorme: era chiamato a prendere il posto di una delle figure più carismatiche del metal interazionale, consapevole non solo del fatto che a molti non sarebbe piaciuto, ma anche ci sarebbe stato un nutrito numero di ascoltatori che lo avrebbero rifiutato per il semplice fatto di non essere Max Cavalera. A 22 anni di distanza, molti ancora la pensano così (punto di vista legittimo, tra l'altro, come tutte le opinioni). “Against” è un disco con cui i Sepultura sono andati contro la paura, contro l'ostracismo di molti fan, contro l'atteggiamento denigratorio di molti critici (sto ancora cercando di capire perché Metal Shock avesse scelto un recensore che aveva ripudiato la band già da “Chaos A.D.”) e, soprattutto, contro la tentazione di optare per una scelta di comodo. “Against” è stato un disco coraggioso perché i Sepultura non si sono rinchiusi nella zona di comfort ma hanno continuato a esporsi. Forse è proprio per questo che i brani che preferisco di quest'album sono quelli più diretti, a partire dalla brevissima title-track: la struttura sarà anche semplicissima, ma c'è tutto il grido di lotta dei Sepultura del 1998: la rivendicazione della band del suo diritto a proseguire per la propria strada.

La band è rimasta fedele a se stessa e alla sua volontà di progredire, di andare oltre a “Roots” invece di clonare il suo illustre predecessore e credo che questo gli sia costato molto in termini di vendite. Non è stato certamente un periodo facile per i Sepultura, sono stati anni travagliati e il songwriting ne ha risentito, probabilmente ancora di più nell'album successivo “Nation”, che però rappresenta un passo avanti nella ricostruzione: “Against” ha respinto l'assalto delle condizioni negative, affermando che i Sepultura erano ancora vivi, un orso ferito, ma ancora vivo e determinato a difendere se stesso; “Nation” è stato lo sforzo per ricostruire la crew, la nation se vogliamo, e chissenefrega se il termine “Sepulnation” suona abbastanza cheesy, guardiamo alla sostanza. C'era un impero in frantumi da ricostruire: sarebbe stato troppo pretendere che dalle rovine potesse venire fuori subito il Taj Mahal. Detto questo, tanto “Against” quanto “Nation” sono dischi discreti e hanno degli ottimi brani, ma soprattutto, a distanza di tutti questi anni, la loro importanza cresce immensamente. Perché? Perché con la pubblicazione degli ottimi album successivi che da “Dante XXI” in poi li hanno visti migliorare progressivamente fino ad arrivare all'apice di “Quadra”, si è potuto verificare il mantenimento della promessa fatta oltre 20 anni fa: non solo i Sepultura non sono collassati con la dipartita di Max, ma hanno anzi alzato la posta, scegliendo la strada più difficile, dimostrando di avere ancora il loro posto tra i protagonisti nella scena metal mondiale. E Derrick si è dimostrato una scommessa stravinta: il vocalist statunitense ha donato nuova linfa alla band, soprattutto a partire da “Dante XXI”. A posteriori, anche l'uscita dal gruppo di Igor Cavalera proprio nel 2006 ha probabilmente beneficiato i Sepultura: con Igor, se n'è andato l'ultimo membro fondatore che però non sembrava avere più motivazioni. In compenso, il gruppo ha potuto contare sull'apporto di un drummer eclettico come Jean Dolabella prima e di un talentuoso batterista più prettamente metal come Eloy Casagrande dopo.

Radicato nel passato ma proiettato nell'avvenire, “Against” rappresenta l'atto di rottura della piantina che emerge dal suolo per creare qualcosa di davvero bello, nonostante tutto il dolore che comporta infrangere una superficie. La pianta ha trovato molti ostacoli e ha stentato un po' a crescere, è vero. I fiori hanno impiegato molto tempo per germogliare, ma le continue cure di Andreas Kisser e soci hanno permesso alla pianta di ristabilirsi e crescere più forte che mai, fino a riprendere un ruolo da leader nell'ambito metal internazionale. Per questo dico che, sebbene in un'ipotetica classifica dei dischi migliori dei Sepultura “Against” non occuperebbe senz'altro una posizione molto in alto, dal punto di vista del significato invece ritengo che si tratti dell'album più importante dei Sepultura. Dopo la fuoriuscita di Max, era una questione di make it or break it. E ce l'hanno fatta, ma non in maniera rapida e indolore: la riuscita dell'operazione era tutt'altro che ovvia. I Sepultura non hanno cercato un disco per scacciare facilmente la crisi, hanno scelto invece di superarla tuffandocisi dentro e attraversandola, in un percorso di crescita tremendamente impegnativo. Per questo, ad oggi, rivaluto quello che non ho saputo apprezzare da ragazzino: a 22 anni di distanza, si nota che “Against” rappresenta l'atto primo di una difficile, ma grande rinascita. Against the odds, perché le condizioni non erano favorevoli. Against the tide, perché avevano tutti contro. Ma anche, e forse soprattutto, Against the grain, perché è davvero difficile andare contro l'inclinazione naturale a scegliere la soluzione più facile, preferendo invece restare fedeli a se stessi.


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